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Visualizzazione dei post da 2015

SI e NO

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Buon Natale

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Comunicazione empatica , leadership e feed back

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A proposito di emozioni

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Parigi : io sono un'apprendista giraffa

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Dopo gli eventi di Parigi mi sono domandata quali fossero i miei sentimenti in una situazione così tragica . Ascoltando le notizie ho pensato ai miei figli di 23, 20 e 14 anni che vivono il loro tempo come tanti ragazzi che al Bataclan  sono arrivati con il desiderio di divertirsi ignari del loro destino . Ho pensato a tutte le volte in cui saluto Giulia , Gianluca e Francesca mentre escono allegri , belli nella loro freschezza, pieni di speranza e fiducia nella vita   e a quando guardandoli   dico loro "Ciao ci vediamo più tardi, state attenti , divertitevi, chiamatemi,  andate piano, non tornate tardi, fate i bravi...". Dopo Parigi mi sono sentita dunque triste, angosciata, indifesa, impaurita, pessimista, preoccupata. Preoccupata per me , per la mia famiglia , per i miei amici per gli amici dei miei figli.. Come trovare risposta al mio bisogno di sicurezza, di rispetto , di libertà e di pace?  Ho voluto dunque rileggere  Marshall B. Rosenberg  nel suo libro  "

Dove porta il senso di vergogna?

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In agenda !

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Operatore Olistico con approccio CNV in azienda. Ovvero?

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L’operatore olistico , figura professionale non ordinistica   regolamentata dalla L. 4/2013, è un facilitatore della crescita personale e in sintesi del benessere ( http://www.siafitalia.it/) Le discipline   che fanno da sfondo a questa professione sono veramente molte   e a questo proposito   consiglio una sbirciatina al sito www.olisticmap.it Una cosa è certa ; In relazione al bisogno del singolo l’obiettivo benessere può   dunque essere raggiunto tramite approcci diversi : sviluppo della consapevolezza e del potenziale , ma anche approccio   corporeo, meditativo e artistico. Tennis ball game Lavorando da molti anni nei contesti organizzativi occupandomi di formazione , sviluppo manageriale   e accompagnamento nelle fasi di transizione lavorativa, ho avuto modo di mappare le necessità dei miei interlocutori   ingaggiati quotidianamente nella ricerca di un equilibrio benefico tra performance e benessere personale. Per questo motivo ho sempre privilegiato approcci all’

Vedere i nostri punti di forza ....

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https://www.youtube.com/watch?v=MjzaAiZHAlc Un video suggestivo...nulla da aggiungere Buona giornata Valeria 

Dare il via all'empatia!

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Poster da appendere in classe o comunque dove si ritrova un gruppo!

EMOZIONI SENTINELLA NEL CAREGIVING - 2a parte

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Per esperienza so che alcuni suggerimenti sulla gestione ed il superamento di   solitudine , tristezza, rabbia, risentimento, senso di colpa potranno sembrare banali o forse un po’ troppo new age ….Ma è anche vero che   trovo importante dirsi alcune cose: Le emozioni negative circolanti nel caregiving hanno   a che vedere con ciò che è vivo e con il sentimento d’affetto che proviamo per il nostro caro e per noi stessi. Le emozioni negative   hanno un ruolo sentinella che è importante imparare ad osservare ; ci parlano dei nostri bisogni e della nostra vulnerabilità .  Come si può dunque agire? Chiediamo aiuto a chi ci circonda. Confrontiamoci con il medico di base   su eventuali opportunità di sollievo/aiuto   a disposizione nella nostra Regione.   Confrontiamoci con altri caregiver nelle strutture di volontariato o   nei gruppi social ; quello che accade a noi sta accadendo o è accaduto ad altri caregiver. Dal confronto possono scaturi

EMOZIONI SENTINELLA NEL CAREGIVING - 1a parte

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In quanto caregiver, seppur di 2° livello, ho avuto bisogno in alcuni momenti di confrontarmi con altri caregiver condividendo momenti difficili, dubbi, informazioni utili.   I social media rappresentano un’efficace piattaforma per la costituzione di gruppi   AMA ( auto mutuoaiuto) che seppur virtuali facilitano una connessione empatica in taluni momenti salvifica. Ho avuto modo dunque  di constatare come il caregiver provi in modo piuttosto sistematico   alcune emozioni la cui gestione   diventa   strategica   per il caregiver e per la relazione con il familiare assistito. L'elenco non è certo esaustivo ma le emozioni di cui parlo  mi appaiono come le più frequenti e forse le più amare. 1) Risentimento:  il caregiver impegnato per lungo tempo e per molte ore al giorno nei carichi di cura prova spesso un sentimento di rivalsa e rancore causato dalla sensazione di essere ingiustamente lasciato solo ad affrontare la tempesta. Il rancore provato può avere destinatari divers

Grazie sig. Jaoui!

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Hubert Jaoui è  credo il massimo esperto di creatività applicata. Ha ideato uno strumento che si presta incredibilmente per portare nelle organizzazioni una riflessione su ciò che ci porta piacere e quindi ben-essere. Vi rimando dunque ad un io recente post sul blog di personel Organization Buona lettura! V aleria http://www.personnelorganization.it/blog/armonie-organizzative

Preziosità

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Caregiving : le parole per dirlo ( al capo)

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Come parlarne al proprio capo Il caregiving, se non affrontato in una logica di condivisione dello status e di riconsiderazione di tempi, spazi e obiettivi di lavoro, può facilmente condurre a pesante perdita di ben-essere psico/fisico. Il tunnel della doppia (  e anche tripla o quadrupla ) lealtà è quello stato di disagio e stress in cui ci si ritrova quando si vuole essere al massimo come caregiver, come madre o padre, come moglie o marito, come professionista.  Ci sono periodi della vita in cui è opportuno rinegoziare , in primo luogo con noi stessi , traguardi e priorità. Se c'è una parte di noi che ambisce alla massima efficienza  lavorativa ma c'è un'altra parte di noi che desidera prendersi cura della propria madre o del proprio padre è giunto il momento, da soli o con il supporto di un professionista, di sedersi e trovare una sintesi che tenga conto di entrambi i bisogni. In questo modo saremo anche in grado di condividere con il nostro capo preoccupaz

Il lavoro come "occasione di esistere"

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Che il lavoro abbia  un fortissimo carattere identitario per ciascuno di noi è ormai consolidato; soddisfazioni ed insoddisfazioni nelle nostra vita passano drasticamente da lì e molti di noi hanno fatto o stanno facendo i conti con una crisi economica che in qualche modo ha condotto a riflessioni, magari silenziose, sui propri bisogni professionali e non.  L'estate , generosa di tempo e quiete, mi ha fatto incontrare un buon libro che mi ha chiamato da uno scaffale  di una libreria in Stazione Centrale: "Il manager di buona vita", di Alberto Camuri. Già il titolo mi è parso estraneo alla lunga fila di libri sul management , così estraneo da diventare attraente ... E' stata una una buona lettura che mi ha ulteriormente  avvicinato a riflessioni sul ben-essere in una fase, direi conclamata ,  di mal-essere diffuso. Tanti gli spunti di riflessione: 1) La vita professionale non è una parentesi del nostro esistere. 2) Il lavoro di tutti i giorni non può esser

Impatto del caregiving nel contesto professionale; empatia (e leadership) in concreto

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Ospitalità

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Caregiving e danza giraffa

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..........Ricordare che il caregiver familiare è marito, moglie, figlio, sorella o fratello , facilita la comprensione del fatto che non ci si dia magari il permesso di dichiarare a voce alta la propria stanchezza, la necessità di spazi di solitudine, il bisogno di leggerezza e divertimento, la tristezza per progetti non realizzati, la frustrazione per scelte vissute talvolta come forzate e rinunce ripetute. Lo si fa magari in momenti di ansia e rabbia, oppure dentro di sé, lasciando poi spazio a sensi di colpa silenziosi, seppur potenti e laceranti. La danza giraffa comincia proprio dall'accoglimento non colpevole dei propri sentimenti e dei propri bisogni...... Valeria