Il lavoro come "occasione di esistere"



Che il lavoro abbia  un fortissimo carattere identitario per ciascuno di noi è ormai consolidato; soddisfazioni ed insoddisfazioni nelle nostra vita passano drasticamente da lì e molti di noi hanno fatto o stanno facendo i conti con una crisi economica che in qualche modo ha condotto a riflessioni, magari silenziose, sui propri bisogni professionali e non. 
L'estate , generosa di tempo e quiete, mi ha fatto incontrare un buon libro che mi ha chiamato da uno scaffale  di una libreria in Stazione Centrale: "Il manager di buona vita", di Alberto Camuri.
Già il titolo mi è parso estraneo alla lunga fila di libri sul management , così estraneo da diventare attraente...
E' stata una una buona lettura che mi ha ulteriormente  avvicinato a riflessioni sul ben-essere in una fase, direi conclamata ,  di mal-essere diffuso. Tanti gli spunti di riflessione:
1) La vita professionale non è una parentesi del nostro esistere.
2) Il lavoro di tutti i giorni non può essere solo il modo strumentale per ricavare quanto serve per vivere veramente, perchè tanto è il tempo  dedicato..Il lavoro è vita. E "deve vederci presenti con i sentimenti, emozioni, passioni, entusiasmi. Se questo avviene le conseguenze sono evidenti".
3) Qual'è dunque il ruolo del management in questa sfida?
4) Quale tipo di "agire" manageriale può consentire di vivere una "vita buona" nei luoghi di lavoro?
Camuri riporta una riflessione di Fabio Folgheraiter, docente di Metodologia del servizio sociale presso l'Università Cattolica di Milano che nella prefazione a Sorella crisi: la ricchezza di un welfare povero scrive:
"Non tutto il male viene comunque  per nuocere....Nei tempi di ristrettezze, le pesone sviluppano in generale maggiore premura per il proprio bene, si prendono a cuore la loro esistenza e quella dei loro simili con maggiore serietà"
Se questo è vero, l'attuale crisi può essere un'opportunità per ripensare al proprio ruolo, mettendo tra le proprie priorità manageriali la relazione ed  il recupero di valori quali la saggezza, il tempo, la valorizzazione dei luoghi di lavoro quali " luoghi di vite che si incontrano e che fiorendo, producono, innovano, creano qualità e generano profitto"?
Una buona riflessione , non c'è che dire, su lavoro, vita, bisogni individuali e organizzativi. Come evitare pericolosi cortocircuiti?
Buona giornata e a noi tutti "buon" lavoro.
Valeria
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