EMOZIONI SENTINELLA NEL CAREGIVING - 2a parte
Per esperienza so che alcuni
suggerimenti sulla gestione ed il superamento di solitudine , tristezza, rabbia, risentimento,
senso di colpa potranno sembrare banali o forse un po’ troppo new age ….Ma è anche vero che trovo importante dirsi alcune cose:
- Le emozioni negative circolanti nel caregiving hanno a che vedere con ciò che è vivo e con il sentimento d’affetto che proviamo per il nostro caro e per noi stessi.
- Le emozioni negative hanno un ruolo sentinella che è importante imparare ad osservare ; ci parlano dei nostri bisogni e della nostra vulnerabilità .
- Chiediamo aiuto a chi ci circonda. Confrontiamoci con il medico di base su eventuali opportunità di sollievo/aiuto a disposizione nella nostra Regione. Confrontiamoci con altri caregiver nelle strutture di volontariato o nei gruppi social ; quello che accade a noi sta accadendo o è accaduto ad altri caregiver. Dal confronto possono scaturire suggerimenti per gestire situazioni pratiche che in taluni momenti ci sembrano problemi insormontabili
- Chiediamo aiuto a chi ci circonda e non aspettiamoci che gli altri capiscano esattamente quello di cui abbiamo bisogno; non è facile , per chi non è caregiver, intuire a pieno cosa può esservi utile .
- Anche se riusciamo a negoziare in famiglia solo poche ore di sostituzione , usiamo quelle ore per svolgere attività che rispondono ad un nostro bisogno ( sonno, relazione, cura di noi stessi…)
- Se abbiamo la disponibilità economica valutiamo qualche ora di sostituzione accedendo ai servizi privati di assistenza presenti nella nostra città. Non è riprovevole!
- Proviamo a diminuire fonti di ansia e stress...a volte ci circondano persone ad energia negativa..perchè non allontanarle?
- Se siamo professionalmente attivi valutiamo con il nostro datore di lavoro possibili opzioni di flessibilità oraria che ci aiutino a conciliare il carico di cura e le responsabilità professionali
- Se stiamo leggendo questo articolo nel web abbiamo confidenza con internet ed il PC . Cerchiamo nei social media gruppi AMA all’interno dei quali instaurare relazioni di aiuto reciproco.
- Possiamo non essere perfetti; diamoci obiettivi realistici circa la situazione. Probabilmente stiamo già facendo quello che possiamo fare con le risorse che abbiamo a disposizione.
- Se nessuno ce l’ha ancora detto siamo veramente BRAVI ed è importante riconoscerselo. Non siamo né medici, né infermieri professionali ; avere dubbi sul da farsi è normale. Chiediamo a chi ha le competenze giuste di supportarci nel capire come agire.
- Non perdiamo nella tempesta la bellezza di alcuni momenti. Ci sono . Torniamo a guardarli e a provare gratitudine
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