Giudizi e relazioni interrotte

Ieri pomeriggio sono stata intervistata in un centro commerciale da un intervistatore di un Istituto di Ricerche di Mercato. Mi ha chiesto , tra le altre cose, se "mi sono sentita accolta" quando sono entrata per fare la spesa. Non ha aggiunto altri elementi ed io ,facendo una rapida riflessione, ho risposto NO: nessun addetto mi si è avvicinato accogliendomi con calore nè mi ha stretto la mano nè mi ha detto "Buongiorno , come stai?
Peraltro se la stessa intervistatrice mi avesse chiesto come mi sentissi  in quel momento per questa sensazione di NON accoglienza , avrei risposto " Molto bene, anzi apprezzo di cuore questa non invasione perchè quando entro in un centro commerciale ho bisogno di tranquillità per guardare con calma. Ho bisogno di indipendenza e autonomia  ed in verità se gli addetti vendita mi stanno troppo intorno avverto un senso di fastidio ".
Poichè ero  molto vicino alla barriera casse ,  una cassiera  che mi ha ascoltato mi ha guardato e ho avuto la sensazione che la mia risposta così netta le fosse arrivata con fastidio.
Ho verificato subito perchè ho sentito il bisogno di chiarezza  e le ho detto che la NON ACCOGLIENZA all'ingresso era per me come un dono e che avevo fatto una valutazione personale limitatamente al mio sistema di riferimento. Credo di aver chiuso bene la relazione con questa signora che si era sentita giudicata negativamente , in quanto parte dello staff del centro commerciale,  ma sono uscita domandandomi come sarà codificata la mia risposta all'intervistatrice .
Questa mia esperienza mi ricorda quanto sia importante la differenza tra valutazione  e giudizio e come una comunicazione , vissuta come giudicante, possa disturbare profondamente le relazioni.
 Come capi, comunicatori ed educatori quando diamo feedback o prendiamo decisioni con gli altri, o in cui altri sono coinvolti, è importante prima di tutto chiarire  a sé stessi se siamo nel territorio del ,  giudizio o in quello della  valutazione.
Ho letto una volta un esempio che mi sembra davvero calzante.
Se guardiamo a due fonti di luce differenti, una candela ed una lampadina a 100 watt possiamo notare la differenza  nell’intensità di luce .
Esprimo un'osservazione se dico che vedo 2 fonti di luce
Esprimo un giudizio se dico che una fonte è troppo luminosa o che l’altra non è sufficientemente luminosa ; questo "dipende" dai nostri sistemi di riferimento proprio come nel caso della mia intervista ...
Esprimo una valutazione se dico che una fonte è più luminosa dell’altra. Ciò nasce dall'osservazione e  da parametri oggettivi.
Un giudizio nasce dalla tendenza dualistica intrinseca spesso inconscia di  distinguere ciò che ci piace da ciò che non ci piace,il troppo dal poco, il meglio dal peggio, il giusto dallo sbagliato.  Temo che l'abitudine a pensare in modo manicheo ci faccia troppo spesso stare dentro il nostro mondo  impedendoci di cogliere  l'ampiezza del reale che non può davvero essere solo bianco o nero. Il mondo in cui viviamo è più ricco e più sfumato ed il bisogno di avere ragione , di essere e sentirsi nel giusto può privarci di una grande porzione di  mondo e può causare conflitti .
Una valutazione è un'operazione precisa ed è soprattutto condivisa . Condiviso è l'obiettivo della valutazione , condivisi sono i  punti di osservazione, condivise sono le situazioni osservate ; in questo ambito la co-partecipazione al processo è garanzia di costruzione di un clima relazionale all'interno del quale sviluppare empatia ed ascolto costruttivo.
Nel mondo dei sistemi di valutazione delle performances e della leadership ,  queste condizioni sono principi essenziali da seguire per non perdere la relazione e raggiungere in modo non conflittuale e costruttivo gli obiettivi .
Buon ponte!
Valeria

Commenti

Post popolari in questo blog

CNV, che vuol dire Nonviolenta .....( e non NON VERBALE)

Problem solving , gestione del conflitto e linguaggio giraffa

COMUNICAZIONE NONVIOLENTA (CNV) , COOPERAZIONE E CAPACITA’ D’AZIONE.