Le parole sono finestre oppure muri...
Da quando ho aperto questo blog mi è capitato di dover approfondire il
significato dell’acronimo CNV (comunicazione non violenta) ed il suo legame con il linguaggio giraffa.
Il pensiero ricorrente è : “ Ma come è possibile che io sia
violento nella mia comunicazione? Può davvero la CNV essere qualcosa che mi
riguarda da vicino?”
Partiamo dalla definizione della parola VIOLENZA .
Con la parola VIOLENZA
si intende l’abuso della forza , fisica o psicologica, come mezzo di costrizione e/o di oppressione, per
condurre l’ altro ad agire o a cedere contro la propria volontà. Sicuramente la
VIOLENZA ha come scopo ed effetto il “fare
male”.
Ciò detto , affiora in me immediatamente una domanda: “Ho
con le parole fatto mai del male a qualcuno? Ho con le parole, più o meno
bonariamente cercato di convincere l’altro
che io avevo ragione e lui aveva torto? Ho usato una comunicazione intrisa di
giudizi, un linguaggio pieno di parole che classificano, con l’intenzione di
definire chi è buono e chi è cattivo, cosa è giusto e cosa è sbagliato, normale o anormale?Ho usato un linguaggio che ha talvolta offuscato
la mia responsabilità personale ( dovevo farlo, me l’hanno chiesto, si usa, )? Ho preteso, pensando di chiedere,
che gli altri facessero incondizionatamente quello che volevo io , magari usando il sottile gioco del
senso di colpa?". La risposta è SI e posso affermare con certezza che sono arrivata alla CNV perchè consapevole di un mio grande spazio di crescita e di apertura diversa verso l'interdipendenza.
LA CNV di Marshall
Rosenberg non è uno stile di
comunicazione , ma un linguaggio che ci aiuta a metterci in relazione con gli altri
( e con noi stessi ) in modo empatico. Ci guida nel ridare forma ad una
comunicazione talvolta davvero troppo disinvolta e lontana da sentimenti e bisogni
e ci vaccina , perché, seppure con lentezza, ci consente di osservare e ascoltare
il mondo dell’altro ( e nostro) con
maggiore benevolenza. Consente di aumentare il livello di ascolto profondo ed il rispetto;
genera infine un desiderio reciproco di aprire e non di chiudere ( nei tempi giusti e rispettosi di sè stessi) . La CNV può
abitare il territorio famigliare , professionale, sociale, politico e qualsiasi territorio in cui
esistono relazioni; in questi territori spesso assistiamo a momenti di comunicazione che oggi classifico come violenti. Vorrei dire che non c'è nulla di religioso in tutto ciò. Al contrario.
4 sono le aree di consapevolezza della CNV alla base degli scambi comunicativi ..
·
Che cosa osserviamo e sentiamo in quel momento ( con le
orecchie)
·
Che cosa proviamo ( emozioni benvenute!)
·
Di cosa abbiamo bisogno
·
Cosa chiediamo per arricchire le nostre vite
La
danza giraffa, così come Rosenberg ha chiamato l'interazione comunicativa secondo la CNV, può essere danzata con l’altro ed
anche da soli. Perché spesso il campo di battaglia più violento , abitato da piccolo sciacalli, è dentro di noi
…
Anche
l’autoempatia è un’arte da imparare. E' importante volerlo, non è facile ma si può fare.
Buona
giornata
Valeria
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